Sorpresa! Un progetto che sulla carta pareva una strategia di marketing pura e semplice si rivela un film spassosissimo. I due protagonisti sono celeberrime “star” dello slasher-horror anni ’80, figli di quel Micheal Mayers che spaventava il pubblico nel ’78 con lo strepitoso Halloween: la notte delle streghe, del grandissimo John Carpenter. Freddy è il demone del sogno inventato da Wes Craven per spaventare a morte, nel senso più concreto del termine, i bambini di Elm Street che popolano la serie di Nightmare. Jason è il ragazzone con la maschera da giocatore di hockey che miete vittime adolescenti nei pressi del lago Crystal nella serie dai numerosi sequel di Venerdì 13. E’ incredibile e stupefacente constatare come questo Freddy vs Jason, che fin dal principio non poteva non suscitare pregiudizi, sia in realtà uno dei migliori episodi di entrambe le serie. Per quanto ciò sia facile parlando di Venerdì 13, il cui unico episodio salvabile era il primo diretto da Saen S. Cunningham, qui in veste di sceneggiatore, trattando la serie di Nightmare abbiamo a che fare con un film, il primo, che ha fatto la storia dell’horror e con alcuni sequel di valore di cui ricordiamo con piacere il quarto (Il non risveglio), firmato Renny Harlin. Ad Elm Street, Freddy ha perso tutto il suo potere grazie ad un farmaco che preserva dai sogni e che i medici somministrano a bambini ed adolescenti. Incubi ed efferratezze sono state cancellate dalla memoria grazie ad una specie di censura che ha oscurato articoli e segni a tal proposito. Le sue vittime ancora in vita sono state rinchiuse in un ospedale psichiatrico, molte delle quali tenute sotto anestesia con il farmaco anti-sogno. Freddy “muore” dalla voglia di tornare alla ribalta ma ciò è impossibile se nessuno si ricorda di lui e se nessuno riesce più a sognare ed avere paura, sentimento di cui egli si nutre e che gli conferisce gran potere. Solo una “persona” è in grado di sognare; Freddy la scopre e non rinuncia alla proposta. Questo colui è Jason Voorhees, il mostro di Crystal Lake che, sognando ad occhi aperti, è ancora in contatto spirituale con la mamma maniaca. Freddy prende allora le sembianze di quest’ultima, e catapulta Jason ad Elm Street, dove il ragazzone inizia a mietere vittime per conto di Freddy. La polizia, impaurita, inizia a presagire che l’incubo sotterrato di Freddy Krueger stia tornando prepotentemente. Il demone, man mano che le cose vanno avanti, riacquista i suoi poteri ma deve fare i conti con un gruppo di ragazzi intraprendenti e, soprattutto, con lo stesso Jason che non ci sta a farsi mettere i piedi in testa e che continua a squartare per conto proprio.
Il grande merito della pellicola, diretta dal bravo cinese Ronny Yu, è quello di non prendersi sul serio. Offre allo spettatore ciò che questo si aspetta da un film del genere: uccisioni visionarie e splatter, dimensione onirica e ambienti stile videogioco-picchiaduro, ricostruzione di particolari importanti delle due serie (molto bella la scena dell’affogamento di Jason da bambino che nessun episodio della saga aveva mai descritto così bene). Ottima l’idea di spostare il confronto Freddy-Jason da Elm Street al Crystal Lake, niente male la simbologia determinante fuoco-acqua, gli elementi che i due mostri (rispettivamente Freddy-Jason) soffrono, la trama e la sceneggiatura supportano invenzioni, sfide ed uccisioni senza tante forzature.
I superpartes si divertono e mangiano i pop-corn senza strozzarsi, i cultori dell’horror simpatizzano e si lasciano andare, i fan godono come bestie drogate.