Mathieu Kassovitz è un cineasta che ci aveva assai colpito con l’illustre
L’Odio. Tanto che non ci si capacita delle visioni dei film immediatamente successivi, a parte il caso del discreto thriller I fiumi di Porpora (con il quale questo Luc Besson a tinte più violenti ci ha ribadito il proprio ruolo di campione di incassi). Infatti, già in patria Kassovitz aveva disgustato spettatori e critici con lo sconcertante Assassin(s), che più che un normale gangster movie era un lungo, puro e semplice spot sulla (o meglio della) violenza. Ma si sa, quando si fa successo i datori di lavoro ti danno sempre fiducia, a prescindere dalla qualità del lavoro che offri. Ed allora ecco che la Columbia chiama il nostro autore d’Oltralpe e gli commissiona un prodotto adatto a contrastare proprio il seguito del film che gli ha dato la gloria commerciale (ovvero I fiumi di Porpora 2, che quegli antipatici della Filmauro hanno messo nelle mani di Olivier Dahan).
Nasce dunque Gothica, sorta di commistione thriller-horror con due attori di discreto calibro come la grintosa Halle Berry, reduce dalle lusinghe e dalla statuetta dorata di Monster’s Ball, ed il quasi caratterista Robert Downey Jr. E bisogna dire che Kassovitz dimostra di non voler mischiare le carte in tavola: nel senso che Halle Berry è sempre la solita protagonista forte e decisa, anche se qui viene travolta dal maligno, passando alla sponda dei pazzi, Robert Downey Jr. è il classico collega sfigato e mollicone che ha un ruolo secondario alla narrazione.
Miranda, stimata psicologa, lavora nel penitenziario femminile di Woodward, presieduto dal marito direttore del reparto psichiatrico. Una delle recluse (una Penelope Cruz convincente e la cui presenza consente al film di non cadere nell’abisso più totale) le riserva un atteggiamento vigile e minaccioso. Purtroppo, per quanto razionale di mente, la psicologa viene sconvolta da un terribile incidente in una nottata piovosa ed infernale. Il motivo dell’incidente è l’improvvisa visione di una fanciulla sanguinante in mezzo alla strada. Miranda si risveglia in una cella del carcere: è stata imputata come colpevole dell’omicidio del marito avvenuto subito dopo l’incidente. Miranda è incredula e terrorizzata; per trovare una spiegazione di tutto ciò dovrà fuggire dal penitenziario ma, soprattutto, ampliare le sue razionali vedute.
E così il film, dopo un inizio discreto tanto da non recare sbadigli, diviene una sorta di X-Files incontra Fuga da Alcatraz (mi scuso con Don Siegel per il riferimento convenzionale, messo tanto per dare un’idea, di uno dei capolavori dell’action), a suon di colpi di scena telefonati nei quali il regista ha messo in mezzo il tema degli snuff movies (che, a quanto pare, è argomento non più in voga da qualche anno).
Ma si sa; per fare i soldi si prova tutto. Anche usare un titolo per un film che di gotico non si sa cosa abbia. Oppure per qualche produttore il termine gotico ha il semplice significato di luogo buio (ce ne sono veramente troppi). Quanto a Kassovitz, rimorchiato da Hollywood come in un amore sbocciato, speriamo per lui che Gothica non abbia successo (come merita) e che torni in patria a girare, magari con due euro, qualcosa di veramente interessante.