A prima vista o la prima volta? Questa la domanda che sentiamo tra le file semivuote del cinema in cui ci rechiamo per l’intervista/proiezione. Il tragico dilemma,che si riferisce più che altro ad una mancata informazione sul titolo del film, riguarda un gruppetto di “briosi”adolescenti composto da tre ragazze ed un ragazzo, tutti (stima ad occhio…) poco più che quattordicenni.
“Materia da romanzo” avrebbe detto De Balzac, e dunque drizziamo le orecchie: a parte un malcelato tentativo di seduzione ai danni del sottoscritto (<<A Tizià…hai fatto colpo…fatte sotto…famo st’intervista…>>), da notare una certa aspettativa da parte di questi ragazzi per come saranno rappresentati sullo schermo.
Ma sì, il titolo poco importa, e già dalle prime scene del film noteremo tra le file del cinema una grande attenzione alle situazioni ed ai dialoghi; di seguito una serie di battutine e risolini nelle scene di seduzione e sessuali (poche per la verità, considerato anche il soggetto del film).
E soprattutto un silenzio di tomba ed una serie di commenti seri e a bassa voce, in due occasioni in particolare: la scena dello stupro con ricatto del proprietario del negozio ai danni della commessa;
e la scena, su cui torneremo altre volte in questo articolo, ambientata a Tor Bella Monaca: l’avvio della protagonista alla tossicodipendenza da parte del suo nuovo ragazzo.
E veniamo al protagonista dell’intervista di questa rubrica: infatti proprio un giovane del popolare quartiere di Tor Bella Monaca ha accettato di visionare con noi de Il Cinemante il film La prima volta, secondo film di Massimo Martella, dopo Il Tuffo.
Andrea Esposito, 18 anni, si presenta con puntualità ed estrema diffidenzaall’appuntamento col cronista.
Ha un’aria posata e riflessiva, sottolineata da occhiali tondi e compostezza nei modi e nella voce. Ci parla un po’ di sé, quasi geloso della sua vita e dei suoi interessi, della sua passione per la città di Napoli, dove gli piacerebbe vivere, dei suoi studi, della sua famiglia. Poi, durante e dopo la proiezione, ci sorprende con un acume e un’attenzione minuziosa ad ogni particolare della pellicola, anche quelli che non salterebbero subito agli occhi…Ma che c’entra: lui “è” nel film: è un diretto interessato ed effettivamente il suo interesse è tangibile sin dalle prime fasi dell’intervista; mi confessa che avrebbe dovuto venire (come pattuito) accompagnato da una ragazza della sua età, anche lei come Andrea residente nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca: ma all’ultimo momento l’ansia da intervista pare abbia avuto la meglio, e il nostro Andrea, impavido, si presenta da solo al “patibolo”. Pazienza, faremo a meno del parere del gentil sesso.
(PRIMA DEL FILM)
Questo film come sai parla della sessualità dei ragazzi della tua età: cosa ti aspetti di vedere scene di sesso, scene d’amore?
Beh qualche cosa di stò film già l’ho visto, più che altro l’amore, no sesso…quello che…insomma…penso più scene d’amore.
Che tipo di film ti piace vedere?
Non lo so non è che c’ho un tipo preciso, vedo i film che ce stanno, non c’ho un genere in particolare: ho visto un po’ tutto, ecco…soprattutto film italiani.
E qual è l’ultimo film che hai visto? Shakespeare in love…Che non è italiano però…
Ti piace vedere i film al cinema, o trovi più comodo. O divertente o anche economico vederli in videocassetta?
Mi piace vederli al cinema…però spesso li vedo in videocassetta perché è più comodo.
Ma ti piace l’ambiente della sala, ossia vedere un film in una sala cinematografica?
Beh sì perché è una cosa diversa insomma…diversa rispetto le cose che fai…un’occasione per fare qualcosa di diverso.
(DURANTE L’INTERVALLO)
Beh bella stà trovata della metropolitana che unisce le storie!
Dunque ti ha colpito questo espediente del regista di inquadrare i volti dei ragazzi in primo piano per rievocare la loro storia. Come mai?
Perché mi sembra una cosa vera…e mi ricorda una cosa mia…Dentro la metropolitana si può trovà tutti…e tutti c’hanno una storia; magari si sta mezz’ora insieme e non si dice una parola, ma alla fine tutti pensano la stessa cosa. E’ una cosa che capita sempre pure a me: io stò in metro…e guardo gli altri, quello che fanno…o loro mi guardano a me…e io mi chiedo a cosa pensano e se stanno pensando le stesse cose mie. Ci si guarda molto e poi vai a scoprire che ci stanno le persone uguali a te.
Mi hai fatto capire che ti ha dato fastidio qualcosa di un episodio…
Sì proprio quello di TorbellaMonaca, sì stà cosa della droga: sì non è che non è vero, che non ce sta la droga…ma ogni volta che si parla di TorBellaMonaca è sempre per la droga…ce stà pure altro! Ci stanno pure i ragazzi che non si drogano…o magari quelli che si drogano, però intelligenti. Questi del film mi sembrano così cretini…si drogano…e basta! Comunque hanno usato ragazzi del quartiere: li ho riconosciuti di faccia: uno lo conosco proprio!
(DOPO IL FILM)
Pensi che un film possa raccontare sinceramente la sessualità dei ragazzi della tua età?
Va bè…questo film…mi sembravano abbastanza vere come storie…però…sì il cinema la può raccontare la sessualità…ma alla fine…non la può raccontare mai tutta la verità…però è stato fatto molto bene stò film, perché almeno le rispecchia per davvero le storie dei ragazzi.
Hai sentito raccontare da tuoi coetanei, conoscenti o amici, di storie sempre legate alla sessualità simili a quelle che hai appena visto nel film?
No, simili no, però…non sono molto diverse in realtà.
Secondo te hanno fatto bene a fare un film come questo?
Sì hanno fatto bene a farlo, però ognuno…come lo vede…trae le conclusioni sue…però hanno fatto bene, perché hanno voluto raccontare delle cose che magari non si sanno…cose che si raccontano solo tra amici…non so…hanno fatto conoscere a tutti le storie degli altri.
Immaginati per un attimo regista del film: cosa ci avresti messo nel film; manca qualcosa secondo te?
Oddio è difficile questa domanda…non lo so…no l’avrei fatto così.
Tu personalmente ti sei sentito rappresentato in qualche parte del film? Hai ritrovato qualcosa che ti appartiene?
Cioè nel senso…quale storia mi appartiene di più forse? Bah mi sono trovato in tutte le parti più o meno…però sì forse la storia di quel ragazzo col fratello, non perché c’ho un fratello così però…la paura magari…non volerne parlare con nessuno, sì più quel ragazzo lì mi ha rispecchiato. E comunque nel film questa è l’unica esperienza di un ragazzo: le altre sono tutte donne…
Ma secondo te, è vera questa cosa che si vede di continuo nel film che è sempre la ragazza a prendere l’iniziativa, anche se in modi diversi?
Ma sì che è vero, poi alla fine sono sempre le ragazze a decidere con quale ragazzo andare. Comunque questo film le ragazze della mia età le rispecchia bene…perché in questo film si vedono vari tipi di ragazze …quindi alla fine le rispecchia tutte.
E i ragazzi? Secondo te sono rappresentati altrettanto bene?
Sì…è un film abbastanza reale questo. Quindi anche i ragazzi sono rappresentati un po’ tutti.
Ma dimmi la verità: a te il sesso diverte o pensi che provochi sempre tutti questi problemi che hai appena visto?
Beh il sesso…ecco, la prima volta che uno lo fa pensa a una cosa problematica: però alla fine superato il momento…il sesso deve essere una cosa divertente. I problemi secondo me sono legati proprio alla prima volta, perché non sai cos’è…c’hai un po’ paura…ansia.
Torniamo al tuo quartiere, Tor Bella Monaca: hai detto che la rappresentazione che ne è stata fatta nel film ti disturba…
Ma sì collegato subito a una storia di droga…mica è vero che sono tutti che si drogano…tutti quanti sbagliano stà cosa perché battono tutti su stò aspetto della droga…pure se non la conoscono Tor Bella Monaca: ci stanno pure ragazzi che non si drogano…insomma a me stò collegamento non mi piace proprio.
Senza voler curiosare troppo nella tua intimità, c’è stato qualche momento del film che aveva a che fare con la tua sessualità, con le tue esperienze?
Oddio…mi sa che mi devo rivedere tutto il film in testa…è sempre quello che ti dicevo prima: visto che sono state rispecchiate molte situazioni sicuramente mi sono ritrovato, ma in particolare una cosa a dire la verità no. Una cosa uguale uguale alla mia esperienza non c’era.
Grazie Andrea della tua disponibilità: ti ha divertito l’esperienza di un’intervista al cinema?
Molto, un’altra cosa nuova: proprio vero che c’è sempre una prima volta! Ti posso chiedere io una cosa?
Dimmi certo…
Mi sto chiedendo: vabbè, il film mi è piaciuto nell’insieme, perché è vero, rappresenta sinceramente le storie di quelli della mia età. Ma qual è il senso? Cioè il regista perché l’ha fatto? Che ha voluto dire? Alla fine mi pare un film fatto bene, però è inutile…perché non dà messaggi. A chi si rivolge? A quelli della mia età? A quelli grandi? Boh!
Qualcuno di voi, visionato il film, è in grado o ha il coraggio di rispondergli?
(Si ringrazia Andrea Esposito per la spontaneità, la disponibilità e la pazienza nell’attendere la pubblicazione di questa rubrica)