Che cos’è l’amore? Ok, è una domanda da 20000000000 miliardi di euro. Ce la poniamo un giorno sì e l’altro pure. Ci scriviamo sopra. Ne discutiamo con gli amici in continuazione. Ci perdiamo il sonno. E non solo noi, innocenti omuncoli insignificanti. Anche fior di filosofi, scienziati, poeti, geni si dedicano prolissamente all’argomento senza ottenere una risposta che sia davvero definitiva né che possa avere la pretesa di porre termine a cotanto dubbio.
E, quindi, continuiamo tutti ad affannarci nella ricerca di una definizione, di una qualche formula che regoli i meccanismi di questa nebulosa complessa che risponde alla voce “amore”. E se non si trattasse altro che di una grandissima trovata pubblicitaria di una fabbrica di cioccolatini alla ricerca di un mezzo per piazzare un proprio prodotto?
Insomma, amore amore amore! Un tentativo per spiegare razionalmente qualcosa che non differisce da un naturale istinto e bisogno animale primario? No, no non può essere. Altrimenti, perché tormentarsi così tanto per trovare la persona giusta, quella che… quella con cui vivere, per sempre (bleahhhhhhhhh), felici e contenti?
Chi lo sa…e, tutto sommato, non è poi così importante sapere cosa sia l’amore. Mentre è terribilmente importante trovare la nostra metà, quella persona che ci completi e che sia tanto carina da lavarci e stirarci i panni, cucinarci pranzi cene e colazioni, soddisfarci quando lo desideriamo, ascoltarci quando ci girano e tacere quando non abbiamo voglia di essere annoiati da un qualsiasi banale chiacchiericcio.
Dopo tanto penare, finalmente la troviamo. Pensiamo sia quella giusta. Ce ne convinciamo al punto di cedere e di accettare di compiere quel grande passo che qualsiasi uomo dotato di senno farebbe l’impossibile pur di evitare. Solo la parola basta ad evocare catastrofi inenarrabili, eventi tumultuosi, danni che neanche il più pericoloso degli uragani potrebbe mai provocare: matrimonio! Ma si sa, l’uomo è un animale sociale. Ha bisogno di questo retaggio di un’epoca primitiva per determinare una sua qualche, infondata, maturazione.
Quindi, matrimonio sia! Cerimonia più prossima ad una qualche forma di tortura ereditata da Torquemada e dalla Santa Inquisizione che ad una vera e propria festa. Il ritrovarsi col cappio al collo potrebbe apparire forse situazione più simpatica e piacevole da provarsi.
E il viaggio di nozze. Finalmente i due nuovi coniugi possono scoprire i difetti reciproci, gelosamente tenuti celati per tutto il periodo precedente, la fase dell’accalappiamento del pollo. Un mentirsi continuo! E, conseguentemente, ritrovarsi a scoprire che la persona giusta nella realtà era assolutamente sbagliata. Anzi, tornarsene a casa dal viaggio da soli. Abbandonati dopo tante belle parole, tante finte promesse.
E, allora, che cos’è davvero l’amore? E dove alberga, di grazia?
Forse alberga laddove meno ce lo aspetteremmo, ad esempio nella persona che meno avremmo preso in considerazione come nostra compagna per la vita. Magari in qualcuno che è completamente diverso da noi. E forse, per questo, in tutto e per tutto, irresistibile.
Proprio come la Polly Prince (Jennifer Aniston) che piomba all’improvviso nella vita della vita dell’uomo più prudente della terra, Reuben Feffer (Ben Stiller) nel film “…E alla fine arriva Polly” di John Hamburg.
Il buon Reuben, abbandonato dalla consorte dopo il primo giorno del viaggio di nozze, vede sconvolte le sue abitudini, le sue convinzioni dall’arrivo di una figura ormai lontana del suo passato, una sua ex compagna di scuola del tutto scombinata e, per questo, assolutamente deliziosa. Affascinante, sorprendente, ammaliante, conturbante, imprevedibile!
Una commedia che si inserisce nel filone delle commedie del ri-matrimonio e che ambisce a ricreare il successo di “Ti presento i miei”, “…E alla fine arriva Polly” riesce a strappare numerose risate agli spettatori in sala, grazie alla bravura dei protagonisti, soprattutto il bravissimo Ben Stiller (e Philip Seymour Hoffmann, per l’occasione l’amico ex attore fallito e i cui consigli sono da evitare come la peste). Peccato, però, che la trama sia esageratamente prevedibile e che si possano anticipare i suoi sviluppi senza troppe sorprese.
Ad ogni modo, la dimostrazione che anche con poco si può fare ridere, quando si hanno degli interpreti all’altezza. Cosa che capita invece assai di rado nel nostro cinema…Forse mancano gli interpreti all’altezza o siamo solo incapaci di fare commedie decenti e che non si rivelino fiacche dopo cinque minuti dall’inizio?
Ah, e l’amore? Che cos’è? Forse il desiderio di svegliarsi ogni mattina per potere avere la possibilità di rivedere un certo volto. E poter riascoltare una certa voce. Tutto sommato, esiste. Si che esiste.